sabato 20 gennaio 2024
domenica 7 gennaio 2024
venerdì 5 gennaio 2024
La Via dei Folletti, delle Fate, degli Gnomi e degli Elfi – Il Percorso di sostenibilità ambientale raccontato da Laura Panizutti – Si parte dalla Sinistra Piave
Borghi d'Europa, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa adriatico Ionica,Forum intergovernativo sulla cooperazione regionale nella regione adriatico ionica), ha deciso di avviare nel 2024 un nuovo Percorso Internazionale sui temi del
folclore e delle tradizioni popolari.
“ Si tratta di un itinerario che vuol riavvicinare natura e cultura, in un originale viaggio all'insegna della sostenibilità ambientale – osserva Renzo Lupatin, giornalista e presidente di Borghi d'Europa.- Si chiama la Via dei Folletti, delle Fare, deggli gnomi e degli elfi. Accompagnerà questo viaggio Laura Panizutti, consulente finanziario e patrimoniale di Conegliano, zona dalla quale prende l'avvio il progetto nelle Terre del Piave. “
Garantire la sostenibilità ambientale significa tenere in equilibrio il nostro ecosistema naturale. Lottare contro l’inquinamento, prendere provvedimenti drastici in tema di emissioni nocive e produzione di rifiuti, attivare circoli economici virtuosi e improntati all’innovazione come driver per ottimizzare, riciclare o riusare le risorse. Un ecosistema di comportamenti per un unico, grande obiettivo.
E così, partiamo dalla Sinistra Piave e da una figura mitica.....
Il Mazariol
“Me racomando, no cascar entro te le peche del Mazariol”.
Ecco quello che avresti potuto sentirti dire se fossi nato nelle vicinanze Piave, soprattutto un po’ di anni fa, quando il mondo lì fuori era ancora magico.
Già, ma chi è, o cos’è, il Mazariol? E perché non bisogna pestare le sue “peche”, o impronte?
Il Mazariol, secondo la tradizione veneta, è un piccolo omino delle dimensioni di un folletto, vestito con un cappello o cappuccio rosso, scarpe a punta, un viso rugoso e una folta barba con capelli lunghi aggrovigliati.
Si dice abiti in grotte buie e tranquille, e si aggiri nelle foreste e boschi, da lui tanto amati, lungo la sponda sinistra del fiume Piave.
La leggenda narra che questa creatura passi le sue giornate rilassandosi e svolgendo il mestiere del malgaro e del pastore, grazie alle sue infinite conoscenze sulla natura e amore per gli animali.
Il Mazariol. Leggendario folletto della valle di Primiero
Dolomiti, uno dei posti dove la legenda del Mazariol è più diffusa
Il Mazariol, anche se non malvagio, è tuttavia un essere schivo che non ama la compagnia. Si dice sia dotato infatti di alcuni poteri magici che utilizza per nascondersi dalla bramosia e violenza dell’uomo. Se ti ritrovassi a passeggiare tra i boschi della marca o del bellunese, fai attenzione a dove metti i piedi. Se dovessi calpestare le impronte lasciata dal Mazariol infatti, saresti costretto come per incanto a seguirle, fino a perdere la memoria e smarrirti nella foresta.
La storia di questo piccolo omino però è molto più antica di quello che si possa immaginare, e si mescola con fatti di quella storia che tutti studiamo a scuola nei nostri libri.
Ti ricorderai immagino delle invasioni barbariche, che sconvolsero l’Impero Romano, e del temibile Attila.
Dipinto raffigurante gli Unni nella loro attività preferita: razziare l città
La leggenda narra infatti che il Mazariol, da sempre molto attaccato alla propria terra e pronto a difenderla da chiunque la minacci, affrontò gli Unni, quando gli stessi si avvicinarono troppo a quella che è l’attuale Oderzo, all’epoca Opiterum.
Scesa la notte nell’accampamento degli Unni il Mazariol, come prima cosa, rubò e disperdette tutti i viveri degli uomini di Attila. Diede poi fuoco a tutte le pelli di animali che i soldati usavano per coprirsi durante il sonno.
Nonostante la notte abbastanza movimentata, intorpidi ed affamati, i barbari erano comunque ancora decisi ad assaltare il paese.
Tuttavia, il nostro folletto aveva preparato loro un ultimo scherzo, e cioè intrecciò le criniere di tutti i cavalli, che gli uomini di Attila prontamente sciolsero appena se ne accorsero.
A cosa sarà mai servito fare una cosa così inutile, mi chiederai.
Ebbene, secondo la leggenda veneta, una cosa da cui guardarsi bene è lo sciogliere ciò che il Mazariol unisce: corde, tessuti e, appunto criniere di cavalli.
Infatti, non appena gli Unni slegarono i nodi, i cavalli divennero indomabili.
Gli invasori, ritrovandosi senza la possibilità di cavalcare gli animali che tanto temuti li resero in molte battaglie, decisero di ritirarsi dalla zona.
Il Piave, casa del Mazariol
Ancora oggi, se ti capitasse di passare nelle vicinanze del Piave, in una notte di luna piena, prova a dare un’occhiata al letto del fiume. Potresti infatti vedere il piccolo Mazariol, con il suo cappello rosso e scarpe a punta, mentre naviga in un piccola zattera e ti saluta, dicendo: “Salve, io sono il Mazariol che sconfisse Attila, il flagello di Dio”.
Eurovinum – Dalle parole di Luigi Veronelli alla degustazione di BerVini
Ricordo ancora il lontano 1989, quando al ristorante Antico Brolo di Padova, un gruppo di giornalisti faceva nascere l'Associazione L'Altratavola, grazie al Patrocinio della rivista l'Etichetta, diretta da Luigi Veronelli.
E, proprio il grande giornalista ed enogastronomo, interveniva all'incontro di fondazione del sodalizio, lasciando un messaggio chiaro: " Cercate e valorizzate i vini autoctoni e le aziende che con passione e competenza si impegnano in questo difficile percorso".
Queste parole mi sono venute in mente all'incontro-degustazione che Borghi d'Europa ha promosso presso il Salumificio Casa Leila di Aurava (San Giorgio della Richinvelda-Pn).
Avevo già espresso ai Colleghi, la mia soddisfazione dopo aver assaggiato il Pinot Nero della linea PURO dell'azienda agricola BerVini di Chions.
Avevo poi indugiato sul Pinot Grigio Biologico Puro, anch'esso una scoperta.
Annota l'Azienda :
"Ottenuto da uve di Pinot Grigio coltivate nei nostri vigneti biologici a Sequals, a 230 mt s.l.m., in terreni ricchi di sassi e ghiaie. Vinificato in bianco, successivamente affinato sui lieviti in tonneuax di legno e in acciaio per 6 mesi. Il Pinot Grigio Puro ha profumi complessi con note minerali e floreali dominanti. Il sapore è pieno, minerale e persistente. "
E,infine, la Ribolla Gialla Biologico Puro.
"Ottenuto da uve di Ribolla Gialla coltivate nei nostri vigneti biologici a Sequals, a 230 mt s.l.m., in terreni ricchi di sassi e ghiaie. Vinificato in bianco, successivamente affinato sui lieviti, in tonneaux di legno e acciaio per 7 mesi. Al naso la Ribolla Gialla Puro è floreale con sentori agrumati. In bocca è sottile, elegante con note fruttate e vegetali che la rendono croccante e piacevole.
Ma lasciatemi aggiungere qualche annotazione personale.
Avevamo conosciuto Paolo Bergamo alcuni anni orsono a Concordia Sagittaria. Di strada ne ha fatta molto. Oggi è coadiuvato in azienda dal figlio Luca.
I vini sono per davvero il frutto di una filosofia perseguita con tenacia, abnegazione e impegno.
L'antica filanda, a circa 70 chilometri da Venezia, è diventata un luogo dell’anima.
"Qui sentiamo che il nostro lavoro assorbe la positività degli spazi, per trasformare la natura in qualcosa di bello, di buono. Di prezioso."
Assaggiamo vini tutti i giorni. Un mestiere che unisce storie positive a incontri commerciali di basso profilo.
Qui a BerVini siamo nel pianeta giusto.
Così va bene !
Renzo Lupatin