Inizia l’autunno, con le sue giornate nebbiose o, peggio, piovose. Si ritorna in casa e si riscoprono le gioie della tavola, a cui possibilmente riunirsi con la compagnia degli amici. Ovviamente in questa stagione si pensa soprattutto al maiale, re incontrastato soprattutto delle tavole emiliane come la mia.
Ho deciso di sentire su questo argomento il parere di un cultore della cucina e particolarmente delle specialità della salumeria: Emanuele Spader, titolare del Salumificio Spader di Mosnigo della Battaglia (TV).
Mi ha ricevuto gentilmente, come al solito, e, alla mia domanda di illustrarmi le tradizioni legate alla “civiltà del maiale”, non si è fatto pregare e, brandendo una bottiglia di ottimo (come ho avuto modo di verificare ripetutamente) Prosecco col fondo, ha iniziato a raccontare:
“In realtà la vera festa gastronomica era l’uccisione del maiale. La fine atroce della povera bestia, contrastava con le cure amorose che aveva ricevuto in vita. Il corpo del maiale ucciso veniva appeso, poi sbollentato con acqua e quindi pelato. Dopo un paio di giorni, di raffreddamento, venivano tagliati prosciutti, lardi e pancette, mentre il grasso veniva messo a bollire in un recipiente per fare lo strutto. La carne migliore veniva impiegata per fare i salami, mentre il secondo taglio era per le salsicce mentre con carni e cotenne si facevano i cotechini e i musetti. Nulla andava sciupato. Naturalmente nella giornata della “Festa del Maiale” e nelle successive venivano mangiati, in memorabili banchetti le parti del maiale che non si potevano conservare, ovvero le frattaglie”
Gli
chiesi allora qualche ricetta di questi piatti. Mi consigliò di
rivolgermi per questo ad un famoso macellaio di Treviso, che era
particolarmente competente (ne aveva…. assaggiato a tavola la
competenza!): si trattava di Bruno Bassetto. Gli dissi che lo
conoscevo bene, anzi avevo nella mia biblioteca i suoi …gustosi
libri: “Fra Tagli e Frattaglie” e “Fra tagli d’Italia dalle
corna alla coda”.
Lo salutai e tornai in fretta alla natia
Bologna per cimentarmi in cucina.
Vi
indico la ricetta su cui mi sono cimentato, cogliendo le lodi dei
convitati:
Frittatine di Cervella Ripiene
Ingredienti
100 gr. di cervella
100 gr. di fegatini di pollo
3 uova
2 dl. di latte
50 gr. di burro
3 cucchiai di farina
besciamella
pan grattato,
sale, pepe q.b.
Frittatine di Cervella ripiene
Unite le uova alla farina e montate il preparato, aggiungendo il latte a poco a poco, oltre ad un pizzico di sale. Con il composto, preparate delle frittatine in una padella, facendo prima sciogliere ogni volta una noce di burro. Intanto avrete lessato la cervella, insieme ai fegatini, che andrete a saltare nel burro. Volendo, si può legare il tutto con un po’ di besciamella. Con l’impasto ottenuto, riempitele frittatine raffreddate, che richiuderete arrotolandole. Passatele nell’olio e nel pangrattato e friggetele.
Fegato di Maiale al Forno
Ingredienti
750 gr. di fegato di maiale in un pezzo solo
rete di maiale
salvia
alloro
rosmarino
spezie miste per arrosto
pangrattato
olio d’oliva extravergine
60 gr. di burro
vino bianco
sale, pepe q.b.
La rete di maiale va immersa in acqua calda per ammorbidirla. A questo punto tritate la salvia, l’alloro, il rosmarino, assieme alle spezie per arrosto. Aggiungete del pepe in abbondanza. Attenzione: niente sale per il momento, altrimenti il fegato si indurisce mentre si cuoce. A questo punto il composto speziato va cosparso sul fegato che si passa poi nel pangrattato. Il fegato va avvolto nella rete debitamente sgocciolata. Ora mettete il pezzo unico in una teglia, irrorate di olio e adagiateli tutt’intorno dei fiocchi di burro. E’ pronto per essere messo in forno, dove sarà cotto a circa 180° per 40 minuti. Ogni tanto bagnatelo con del vino bianco. Una volta terminata la cottura è ora di salare, tagliare a fette il fegato e fare riposare il tutto nel forno spento, ma ancora caldo.
(ricette tratte da “Fra Tagli e Frattaglie” di Bruno Bassetto)
Prossimamente vi parlerò delle successive degustazioni di specialità di maiale.
Gianluigi Pagano
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