A partire soprattutto dagli anni novanta, ottenuti importanti successi e riconoscimenti come imprenditore (nella sua fabbrica vennero impiegati centinaia di operai provenienti in gran parte dalle campagne circostanti), Appiani, si impegna anche nella vita pubblica: fu infatti presidente, per quattordici anni, della Camera di Commercio, quindi consigliere e assessore comunale per oltre trent'anni, fino al 1910.
Di fronte ad un'amministrazione locale immobile e restia a qualsiasi innovazione, si batte per la modernizzazione della città: si devono a lui la fondazione della prima società telefonica cittadina, la modernizzazione dell'illuminazione pubblica, i primi progetti della rete tranviaria urbana, gli studi preliminari per varie ferrovie di raccordo, l'idea della Ferrovia Treviso-Ostiglia e della Vittorio-Ponte nelle Alpi.
Nel 1909-1910 appoggia l'alleanza di sinistra tra borghesia laica e socialisti, contribuendo all'elezione in Parlamento, nel 1909, del radicale anticlericale Lorenzo Ellero e al successo del Blocco popolare alle elezioni comunali dell'anno successivo.
A stretto contatto con i suoi operai-contadini, Appiani si accorge che le masse rurali cattoliche hanno ormai assunto un atteggiamento fortemente ostile nei confronti del ceto dirigente laico-borghese; decide quindi, sorprendendo tutti, di presentarsi alle elezioni politiche del 1913, le prime in seguito all'introduzione del suffragio universale maschile, abbandonando le posizioni della democrazia liberale e facendosi eleggere in Parlamento, grazie al sostegno dei clericali, nella file del Partito Popolare, battendo clamorosamente il radicale Ellero e il socialista Vittorio Gottardi.
Coprì la carica di Membro del Consiglio Superiore della Industria e del Commercio. Fu inoltre presidente onorario delle società cooperative e delle società di mutuo soccorso cittadino.
Gli fu conferita l'onorificenza di Cavaliere Ufficiale e di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia.
Attività imprenditoriale
A partire dall'estate del 1873, Appiani getta le basi di un ambizioso piano edilizio il cui obiettivo finale era la realizzazione di un moderno centro industriale.La fabbrica laterizi e fornaci Sistema Privilegiato della Ditta Appiani e C.
Fonda innanzitutto lo stabilimento per la produzione dei laterizi, la Fabbrica laterizi e fornaci Sistema Privilegiato della Ditta Appiani e C., in un'area di Treviso di 45000 m² circa, precedentemente occupata dalle fornaci Battistella. Grazie all'innovazione da egli stesso introdotta, Appiani riesce ad affermare il proprio marchio a livello nazionale ed internazionale prima nella fabbricazione di laterizi e successivamente nella produzione di formelle in grès per pavimenti e rivestimenti.Questa attività gli procurò riconoscimenti alle più importanti esposizioni internazionali e gli consentì di svolgere un'intensa opera in campo sociale e politico.
Ceramica Appiani
Fondata a Treviso nel 1873, la Ceramica Appiani era dedita alla produzione di fregi, coppi e mattoni, per cui ricevette molteplici riconoscimenti in Italia e all'estero, si passa, nei primi anni del 1900, a quella di piastrelle pressate con polvere d'argilla e si realizzano nuovi sistemi per la lavorazione e la cottura dei materiali.Nel 1910 il fondatore Graziano Appiani dà il via alla produzione delle prime mattonelle ceramiche colorate e costruisce il “ villaggio Eden” per la vita e il benessere delle proprie maestranze, con case, ristorante, cinema e teatro, primo esempio di imprenditoria illuminata.
Ventennio Fascista
Le commesse sono relative alle pavimentazioni di caserme, hangar, ospedali e stazioni. Successivamente agli eventi bellici inizia la produzione del famoso “gres rosso” che ha contraddistinto l'azienda nel periodo della ricostruzione e del boom economico. Nel 1960 la famiglia Appiani inizia una politica di rinnovamento e sviluppa collaborazioni con progettisti e designer come Giò Ponti. Nel decennio seguente viene costruito un innovativo impianto per la produzione di gres smaltato con l'esclusiva tecnologia della “monopressocottura”. Negli anni ‘90 la famiglia Bardelli, affermato marchio del settore, rileva l'azienda e, recuperandone le antiche tradizioni, sviluppa la produzione del mosaico ceramico. Nel 2000 viene realizzato il totale rinnovamento degli impianti produttivi introducendo la più spinta automazione e la completa computerizzazione.Dalla scoperta Del Mosaico in Gres ad oggi
Appiani riscopre il fascino dei materiali di antica produzione come il mosaico e propone colori, formati e finiture per realizzare superfici multimateriche e campiture policromatiche, accostando forme e dimensioni della tradizione ceramica. Appiani fa parte del gruppo Altaeco assieme ad altre tre realtà del mondo ceramico di eccellenza: Ceramica Bardelli, Gabbianelli e Ceramica Vogue.Villaggio Eden
Imprenditore paternalista, ha un rapporto diretto con i propri dipendenti, dai quali esige fedeltà assoluta (si oppone infatti con successo alla loro sindacalizzazione).Aderendo alle idee di Giuseppe Toniolo, teorico sociale che promosse azioni a favore del miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori all'interno ed all'esterno della fabbrica, Appiani introduce nel suo stabilimento il riposo festivo, il salario minimo ed escluse dal lavoro gli adolescenti. Realizza inoltre sistemi per l'eliminazione delle polveri prodotte dalla lavorazione e cottura dei laterizi.
Il progetto più ambizioso fu però quello del villaggio Eden, poco distante dalla sua villa[1]: decine di case per i propri dipendenti, l'Eden teatro, un caffè ristorante, una stand per il tiro al piccione, uno spaccio-distilleria.
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