mercoledì 14 ottobre 2020

LE BOLLICINE D’AUTORE DI TERRE DI SAN ROCCO NEL TREVIGIANO

 




L’Italia del Gusto ha fatto una tappa a Roncade per assaggiare alcune bollicine davvero piacevoli


Milano, 3 Ottobre 2020- L’Italia del Gusto ha fatto una delle classiche visite gustose alla Tenuta Terre di San Rocco a Roncade, nel Trevigiano, con l’obiettivo di valorizzare e raccontare alcuni vini assaggiati, attraverso i propri progetti d’informazione.

Terre di San Rocco è una magnifica realtà vinicola nel Comune di Roncade, nel borgo storico di San Rocco, che ha iniziato con passione l’attività di coltivazione dell’uva in vigna nel 1999 e che presenta come stemma il cane, animale simbolo, che in un prezioso affresco rinvenuto all’interno di una casa colonica, curava San Rocco, nutrendolo con del pane.

Terre di San Rocco ad oggi produce diversi vini caratteristici, sia a bacca bianca come il Pinot Bianco, lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc e il Pinot Grigio, che a bacca rossa come Il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc e il Merlot. I vigneti sono tutti ubicati all’interno della Tenuta, che comprende anche la Cantina vera e propria, il negozio dov’è possibile acquistare anche online, un frutteto e la parte dove vivono animali da cortile, come i pollli, tacchini, asinelli e anatre.

L’Italia del Gusto, nella visita fatta a Terre di San Rocco ha assaggiato alcune bollicine d’autore, davvero inaspettate, in una zona dove solitamente, quando si parla di vini frizzanti e spumanti, si pensa subito al Prosecco Doc Treviso.

I vini assaggiati sono stati il Pinot Bianco “Sur Lie” Metodo Classico Brut Nature 2016 e il Pinot Grigio Metodo Classico Rosè Extra Brut, che hanno rivelato una bella sapidità e piacevolezza in bocca, assieme a una beva del tutto conviviale, che ne innalza il livello. Evviva!

domenica 4 ottobre 2020

La finanza sostenibile a Borghi d'Europa: la relazione di Laura Panizutti

 


 



Per i non addetti ai lavori, di solito “finanza”

significa solo una cosa: profitti a tutti i costi –

così Laura Panizutti, Consulente Finanziario di

Conegliano, da anni partner d'informazione

delle iniziative di Borghi d'Europa, inizia il suo

intervento - In realtà- continua Panizutti-, vi è

anche molto altro. Nel corso del progetto L'Europa

delle Scienze e della Cultura parleremo

di finanza sostenibile, una realtà

che fino a poco più di un decennio

fa era sconosciuta o quasi,

ma che ormai è una realtà nota

e consolidata. Un approccio capace

di cambiare di migliorare il

mondo, spostando le risorse verso

le attività responsabili nei confronti

del Pianeta e delle persone. In

un’ottica di lungo periodo (non

esistono scorciatoie e denaro facile)

la finanza sostenibile deve

porsi l'obiettivo di creare valore

indirizzando i capitali verso attività che non solo

generino plusvalenze, ma siano al contempo

utili alla società e non siano a carico del sistema

ambientale, così da promuovere uno sviluppo

autenticamente sostenibile sotto il profilo

economico, sociale ed ecologico.

Oggi, più’ di ieri, per lo stesso risparmiatore,

avere la possibilità’ di finanziare iniziative sociali

garantendosi un’attenta selezione dell’investimento,

è qualcosa di importante che lo rende

moralmente responsabile e attento al risvolto

sociale che possono avere le stesse sue azioni.

Quando gli garantiamo un’attenta selezione

degli investimenti, intendiamo l’inserimento in

un portafoglio, di titoli rappresentativi di aziende

con precisi requisiti, tra i quali il rispetto dei

diritti umani, dell’ambiente, l’assenza di coinvolgimento

nei giochi d’azzardo, la produzione

di armi, materiale pornografico ecc ecc. Certo

ad un’analisi finanziaria si affianca anche un’analisi

etica dell’investimento e questo potrebbe

costare di più! In realtà’ non è proprio cosi’: la

presenza di criteri di selezione etici non incrementano

i costi diretti per gli investitori, anzi

in molti casi queste spese vengono ridotte in

modo significativo.

Credo davvero si debba superare, anche

nell’ambito finanziario (per molti “ arido”), la logica

della massimizzazione del profitto, ponendo

invece più attenzione ai valori.

Infatti, come si legge in Lifegate20, (una società

benefit, considerata il punto di riferimento

della sostenibilità, che conta su una community

di oltre 5 milioni di persone interessate e

appassionate ai temi legati alla sostenibilità).

...con la crescita dell’interesse per la finanza

sostenibile, e del volume di asset gestiti, si moltiplicano

anche i prodotti finanziari sul mercato.

Tutti, però, si possono ricondurre a un fil

rouge ben preciso: integrano l’

Oggi, più’ di ieri, per lo stesso risparmiatore,

avere la possibilità’ di finanziare iniziative sociali

moralmente responsabile e attento al risvolto

sociale che possono avere le stesse sue azioni.

Quando gli garantiamo un’attenta selezione

degli investimenti, intendiamo l’inserimento in

un portafoglio, di titoli rappresentativi di aziende

con precisi requisiti, tra i quali il rispetto dei

diritti umani, dell’ambiente, l’assenza di coinvolgimento

nei giochi d’azzardo, la produzione

di armi, materiale pornografico ecc ecc. Certo

ad un’analisi finanziaria si affianca anche un’analisi

etica dell’investimento e questo potrebbe

costare di più! In realtà’ non è proprio cosi’: la

presenza di criteri di selezione etici non incrementano

i costi diretti per gli investitori, anzi

in molti casi queste spese vengono ridotte in

modo significativo.

Credo davvero si debba superare, anche

nell’ambito finanziario (per molti “ arido”), la logica

della massimizzazione del profitto, ponendo

invece più attenzione ai valori.

Infatti, come si legge in Lifegate20, (una società

benefit, considerata il punto di riferimento

della sostenibilità, che conta su una community

di oltre 5 milioni di persone interessate e

appassionate ai temi legati alla sostenibilità).

...con la crescita dell’interesse per la finanza

sostenibile, e del volume di asset gestiti, si moltiplicano

anche i prodotti finanziari sul mercato.

Tutti, però, si possono ricondurre a un fil

rouge ben preciso: integrano l’analisi dei dati

finanziari con quella dei fattori

ambientali, sociali e di buon governo

(in gergo ESG, dall’inglese

environment, society e governance).

Ambiente significa valutare

le scelte legate all’energia, l’impegno

contro il cambiamento

climatico e l’uso (ponderato o

meno) delle risorse naturali. Sul

versante della società entrano

in gioco le condizioni di lavoro

dei dipendenti e i rapporti con

la comunità locale e il territorio.

Un’azienda che ha una buona governance, è

trasparente ed equa in tutte le sue scelte, dalle

retribuzioni ai legami con la politica.”

Abituati come siamo a parlare o sentir parlare

di beneficenza o filantropia, forse non ci

siamo accorti che si è fatta strada una nuova

realtà: quella dell'impact investing.“ Si tratta osserva

Laura Panizutti-, di qualcosa di molto

diverso dalla filantropia: non donazioni a fondo

perduto ma investimenti veri e propri, che in futuro

dovranno portare un guadagno con tassi

che possono essere inferiori o superiori a quelli

di mercato. Tutto questo ottenendo un impatto

positivo sul Pianeta e sulla società. A partire

da novembre 2016, il primo fondo a impatto ha

fatto il suo ingresso anche alla Borsa italiana.”

La sfida non è certamente semplice, ma i

dati sono incoraggianti. Uno studio del GIIN

(Global Impact Investing Network) ha interpellato

209 investitori attivi nell’impact investing,

scoprendo che nel 98 per cento dei casi gli

investimenti hanno raggiunto o superato le

aspettative in termini di impatto sociale e ambientale.

Il 91 per cento degli intervistati dice

lo stesso per quanto riguarda le performance

finanziarie.

Quando si parla di etica e sostenibilità –

continua Laura Panzirutti - bisogna scontrarsi

con alcuni pregiudizi che sembrano davvero

duri a morire. Il più radicato è senza dubbio

quello per cui fare il bene del Pianeta sia un

sacrificio. Nulla di più sbagliato, nemmeno nel

mondo della finanza e sono i dati a dimostrarlo.

Analizzando oltre 2 mila studi accademici

condotti dagli anni Settanta in poi, si è visto che

il 90 per cento delle ricerche riscontra una relazione

non negativa” tra l’attenzione ai criteri

Esg e le performance finanziarie di un’impresa;

anzi, nella maggior parte dei casi le aziende

più responsabili sono anche quelle più solide

nel lungo periodo.

Ma quali sono i volumi della finanza sostenibile?

Ci dà una risposta la stessa Eurosif, che

ogni anno pubblica un approfondito studio sugli

investimenti sostenibili in Europa. “Dall’ultima

edizione, pubblicata a novembre 2016, si scopre

che nel nostro Continente il mercato degli

investimenti sostenibili e responsabili ha fatto

un balzo in avanti del 25 per cento tra il 2013

e il 2015. La finanza sostenibile non è più solo

materia per banche e assicurazioni, se è vero

che gli investitori retail (vale a dire le persone fisiche)

sono sempre più protagonisti, passando

dal 3,40 per cento al 22 per cento degli asset

gestiti”.

Gli investimenti basati sul rispetto di norme

e standard internazionali sono i secondi della

lista con più di 5 mila miliardi di euro, seguiti

dall’engagement (cresciuto del 30 per cento in

due anni) e dall’integrazione delle istanze ESG

(oltre 2.600 miliardi di euro). A chiudere la lista,

delle più stimolanti offerte.

Accanto a questi eventi speciali, rimane

gli approcci più innovativi e complessi: best in

class (493 miliardi), investimenti tematici (145

miliardi) e impact investing, con più di 98 miliardi

di euro. Degli investimenti a impatto, però,

stupisce la rapidissima crescita: solo nel 2011

erano fermi a 8,75 miliardi di euro e nel 2013

a 20 miliardi. Ciò significa che in soli due anni

sono cresciuti del 385 per cento.” (fonte: Lifegate20).









venerdì 17 luglio 2020

Destinazione Schioppettino di Prepotto : la SOCIETA’ AGRICOLA MARINIG




La conoscenza con Valerio e Michela Marinig è iniziata col Percorso Internazionale Eurovinum, il Paesaggio della vite e del vino, e con Milano Vetrina del Gusto oltre che per le iniziative con ESOF2020 di Trieste Capitale europea della Scienza, sui temi della sostenibilità. Una scelta fatta dai giornalisti, dopo un viaggio del gusto durato molti mesi. Un’azienda con una storia ed impegno che dura da quattro generazioni. Dal 1921, quando Luigi Marinig, già possessore di una piccola azienda agricola, ne acquista una seconda, trasferendovi tutta la propria esperienza di abile viticoltore. L’attività passa poi al figlio Guido, sin da ragazzo nelle vigne, ed oggi a Valerio, perito enotecnico, che ovviamente fa ben tesoro dell’esperienza tramandata di generazione in genera-zione, conducendo l’azienda con la stessa passione e professionalità del bisnonno e del nonno, seguendo sia il lavoro in vigneto che quello in cantina. Con lui, la moglie Michela laureata in economia e commercio, il papà Sergio e la mamma Marisa, sommelier. “Il nostro motore - ricorda Valerio - è comunque la passione, qualcosa che ci giunge da chi ha fatto del vino una autentica ragione di vita”. Lo Schioppettino di Prepotto di Marinig oltre il suo colore rosso violaceo, è particolarmente intenso come il suo profumo fresco e ricorda i frutti di bosco. Un gusto che mantiene l’aroma di sottobosco e, se invecchiato, acquista sfumature speziate e complesse, che rimandano al muschio. ”Emozioni - fa notare il titolare – che si possono provare degustando gli altri vini rossi (Refosco, Pignolo, Merlot, Cabernet Franc e Biel Cûr di Marinig) che nascono in una zona D.O.C. di uve nobili e pregevoli, come nei bianchi (Friulano,Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon), ed i vini da meditazione (Picolit e Verduzzo Friulano). Nient’affatto trascurabile lo Spumante Brut, vino spumante secco naturale (da un uvaggio di Pinot Nero, Chardonnay e Ribolla Gialla), dedicato a chi ama le bollicine ed affinato 2 mesi in bottiglia. Sono otto gli ettari dei vigneti coltivati dalla famiglia Marinig, per una produzione vinicola di qualità e si estendono su un territorio collinare, dove la particolare conformazione morfologica e climatica ha da sempre creato i presupposti per una coltivazione di qualità. Inoltre la cura, l’attenzione e l’artigianalità nello svolgimento delle attività lavorative contribuiscono a risultati di eccellente livello, con una vendemmia svolta in modo esclusivamente manuale. “E’ un territorio - sottolineano Michela e Valerio - che si estende lungo la più estrema fascia orientale della provincia di Udine, a ridosso del confine con la Slovenia. Qui infiniti microclimi, più freschi e umidi a nord, più miti e asciutti a sud, accarezzano terreni collinari, unici per posizione e composizione. Terreni antichissimi formati da un insieme esclusivo di marne (argille calcaree) e arenarie (sabbie calcificate) - in dialetto chiamate ‘ponca’ - che favorisce la produzione di pregiati vini. Inoltre, la vicinanza dell’Adriatico, l’ef-ficace azione di riparo dai venti freddi di settentrione svolta dalle Alpi Giulie, associata alla particolare ventilazione costante durante tutto l’arco dell’anno, creano le condizioni che distinguono i vini di questi territori friulani. Per altro, associando da sempre al ‘buon vino’ un ‘buon cibo’. Il nostro fertile territorio viene infatti apprezzato anche per i suoi sapori, ed al buon calice di vino ben si accompagna una cucina semplice e poco sofisticata, ma ricca e sfiziosa nel gusto”. Lo Schioppettino di Prepotto di Marinig è in purezza, con resa per ettaro di 70 q.li/ha, sistema di allevamento guyot e vendemmia con raccolta manuale. La vinificazione avviene con diraspapigiatura, macerazione e fermentazione a contatto con le bucce per circa 8 giorni a temperatura controllata con separazione progressiva dei vinaccioli, pressatura soffice e quindi affinamento di 22 mesi in tonneau e barriques con periodici battonage, e 12 mesi finali in bottiglia.

lunedì 8 giugno 2020

ESOF2020 : al via le dieci settimane d'informazione promosse dalla rete internazionale Borghi d'Europa – La sostenibilità nella filiera del vino : l'incontro con RoncSoreli a Prepotto

Trieste è stata scelta per l’organizzazione di ESOF2020, la più rilevante manifestazione europea focalizzata sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica. La manifestazione si svolgerà a Trieste dal 2 al 6 settembre. La candidatura era stata proposta dalla Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze

ESOF (EuroScience Open Forum) è un marchio di EuroScience, Your Voice on Research in Europe, Associazione non-profit tra ricercatori. L’ESOF si tiene ogni 2 anni: Trieste segue Stoccolma (2004), Monaco di Baviera (2006), Barcellona (2008), Torino (2010), Dublino (2012), Copenhagen (2014), Manchester (2016) e Tolosa (2018).
La rete internazionale Borghi d'Europa, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, patrocinato da ESOF2020 e dalla IAI (Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica), propone un percorso informativo sui temi della sostenibilità nella filiera agroalimentare.
Inizia in questi giorni un viaggio d'informazione articolato in dieci settimane, che farà tappa
in diverse Regioni italiane e Paesi Europei, per incontrare il mondo della comunicazione e
far conoscere gli obiettivi e le iniziative di ESOF2020.
“ I temi della sostenibilità - osserva Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa-, non vengono affrontati con i paroloni o le disquisizioni filosofiche, ma 'intervistando' le aziende che praticano la
sostenibilità quotidianamente.E' così che abbiamo incontrato l'azienda agricola RoncSoreli di
Prepotto,Terra dello Schioppettino.”
Flavio Shiratti :
“Secondo l’accezione più classica della definizione, consideriamo il vigneto un ecosistema integrato con l’ambiente circostante. Pertanto dedichiamo risorse e attenzioni affinchè sia in grado di mantenere, anche in futuro, i processi ecologici che avvengono al suo interno.  Il tutto per poter garantire, anche alle prossime generazioni, la possibilità di beneficiare del potenziale enologico del sito.”
Viene posta, quindi,grande attenzione al terreno, alla sua fertilità naturale, rinnovata annualmente con concimazioni organiche. Vengono conservate le preziose aree boscate che incorniciano l’azienda fornendo rifugio ad insetti e animali. Viene applicata la difesa integrata nella lotta ai parassiti della vite. L'azienda interviene solamente secondo calendari dettati dalle condizioni climatiche, affinchè non avvenga lo sviluppo dei patogeni.
“Tutto questo- continua Schiratti-, richiede un grande sforzo che facciamo ben volentieri, per offrire un prodotto naturale che sia la massima espressione del nostro territorio.”
Sono stati questi principi che hanno spinto l'Azienda ad andare anche oltre. Nel 2016 si è infatti concluso il percorso di conversione al biologico di una parte dei vigneti e RoncSoreli ha quindi ottenuto, per gli stessi, la certificazione di operatore biologico..